traffico

Ricordo, come fosse ieri, il rientro a Roma da un viaggio on the road in giro per l’Europa. Lo ricordo bene perchè feci un pensiero particolare: “Oddio, non so più guidare”.

Abituato al placido scorrimento a file parallele francese, alla moderata velocità urbana dei tedeschi ed alle bici olandesi, avevo perduto la capacità di guidare a Roma, quell’automatico adattamento alle leggi non scritte del traffico capitolino che chiamiamo eufemisticamente “guidare”.

Roma è famosa per la poca disciplina dei suoi automobilisti che abitualmente trasgrediscono le regole del codice e spesso non sono in regola con i documenti obbligatori. Non di rado ci sono stati addirittura casi di mancato rinnovo di RC Auto e RC Moto (la responsabilità civile obbligatoria per le moto).

Il traffico di Roma apparentemente sembra “caos” allo stato puro, in realtà esso è governato da alcune norme stringenti, seppur contrarie alle leggi attualmente vigenti:

  • A Roma non si supera a destra, a meno che non vi sia spazio sufficiente per farlo. In tal caso, si deve superare a destra rapidamente, aumentando la velocità e facendo rombare il motore, in modo da far capire all’auto superata che sta andando troppo piano.
  • A Roma non si usano le frecce, a meno che non si debba parcheggiare in doppia fila.
  • A Roma non si fanno mai passare i pedoni, indipendente dalle strisce che a Roma non hanno alcun valore. Se però il pedone si lancia comunque intrepidamente in mezzo alla strada, allora bisogna riconoscergli l’onore delle armi e lasciarlo passare inchiodando di botto a pochi centimetri dal malcapitato. Se il pedone si spaventa, non è romano.
  • A Roma è stato superato il concetto di “corsia”, che pure viene ancora citato nei manuali per la patente.
  • A Roma si tiene il volante con una sola mano. L’altra mano può servire per: fumare, cambiare stazione alla radio, chiamare qualcuno al cellulare, truccarsi/radersi, prendere aria fuori dal finestrino, gesticolare goliardicamente con gli altri automobilisti.
  • A Roma non si parcheggia perchè non c’è parcheggio. Si lascia temporaneamente l’auto “da qualche parte”. Se però qualcuno trova un parcheggio, soprattutto se lo trova sulle rare strisce bianche, bisogna impedirgli in tutti i modi di uscirne. Per evitare che il fortunato automobilista esca dal parcheggio bisogna sfrecciargli a tutta velocità accanto, preferibilmente suonando il clacson senza curarsi né delle frecce, né del suo sguardo preoccupato, né tantomeno dei tipici timidi movimenti in avanti delle auto parcheggiate.
  • Infine, a Roma, se si va in motorino, bisogna in tutti i modi evitare di procedere in linea retta ondeggiando ritmicamente a destra e a sinistra in modo simile a quando si scia. Il motorino non deve avere il parabrezza perchè “a Roma c’è sempre bel tempo” e può avere gli specchietti solo se rotti ed inutilizzabili perchè “gli specchietti non servono a niente”.

L’Istat ha contato nel 2012 a Roma 15.712 incidenti, 20.670 feriti e 154 morti.