Poesia e narrativa

S.P.Q.R. – Il significato e le storpiature

SPQR sono le quattro lettere che figurano nello stemma ufficiale della città di Roma. Sono l’abbreviazione di Senatus PopolusQue Romanus e stanno ad indicare le massime autorità della città, il Senato e il Popolo. La sigla entrò in uso, con buona probabilità, con l’inizio della Repubblica. Non molto tempo fa l’ex Ministro della Repubblica Umberto Bossi ha ripreso una vecchia battuta, presente tra l’altro in vari film, reinterpretando la sigla in chiave antiromana: Sono Porci Questi Romani, suscitando l’ilarità dei…

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A TTETA – Gioacchino Belli

Abbiamo pubblicato ormai un discreto numero di poesie del Belli, senza alcun dubbio uno dei poeti romani più celebri ed importanti. Nella produzione letteraria di Belli il posto di maggior rilievo rilievo è occupato sicuramente dai sonetti, ossia le poesie composte da quattro strofe, le prime due di quattro versi, le ultime due di tre. Tra di essi quello che qui riportiamo, A TTETA, è uno dei più “espliciti”, per dir così… Il sonetto è stato scritto a Morrovalle, il…

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A NNINA – Giuseppe Gioacchino Belli

Pubblichiamo un altro sonetto del Belli A NNINA. Il sonetto è del 7 settembre 1831. Le donne hanno sicuramente un ruolo di primo piano nella produzione poetica del Belli, entrano in molte delle sue poesie, in vari modi. Questo sonetto, come A TTETA per esempio, è molto esplicito nel descrivere la bellezza di Nina. Come in molti altri sonetti anche in A NNINA è presente un richiamo, quasi sempre almeno “ironico”, alla religione. In questo le “du’ bocce” e il…

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ER NEGOZZIANTE DE SPAGO – Sonetto del Belli

Pubblichiamo un sonetto del Belli del 1831, “Er negozziante de spago”. Si tratta di uno dei frequenti sonetti in cui il poeta di Roma scrive del Papa. Talvolta lo stile del poeta è più marcatamente ironico, se non comico, ad esempio in S.P.Q.R., in altri il registro è differente… Il tono nei confronti del Papa è comunque spesso molto critico, anche in questo sonetto, quasi amaro… Per comprenderlo al meglio bisogna sottolineare come lo “spago” contenuto nel titolo, significa in…

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L’UPERTURA DER CONCRAVE – Gioacchino Belli

Tra i tanti sonetti del Belli esplicitamente polemici contro il Papa e la Chiesa romana, questo merita sicuramente una posizione di rilievo. A dire del grande poeta romanesco, l’alternarsi dei Papi sul soglio pontificio rappresenta un cambiamento solo apparente, la sostanza resta la stessa. E dopo le prime tre o quattro settimane di novità ed innovazioni, le cose resteranno le stesse… Nei secoli dei secoli… Senti, senti Castello come spara! Senti Montescitorio come sona! È sseggno ch’è ffinita sta caggnara,…

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Belli – ER CIÀNCICO

Postiamo Er Ciancico, una di quelle poesie del Belli che potrebbe esser stata scritta ieri sera (invece è del 1830). “Ciancicare” è verbo che usiamo ancora oggi nel senso di masticare. Quasi scomparso invece nel senso di “mangiare a scrocco”, che è il modo in cui viene inteso in questo sonetto. A Roma è tantissima la gente che vive sulle spalle degli altri, non solo “er Papa” o “er Zagratario”, ma tutti, come scrive Belli: “dar piú mmerda ar majorengo“.…

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Belli – Er ricordo

Pubblichiamo “Er ricordo“, un sonetto del Belli su una impiccagione. Belli scrisse più di un sonetto sulla tematica, che è una parte drammatica della storia di Roma. L’impicaggione di cui si parla nel sonetto è quella di Antonio Camardella, avvenuta nel 1749. Gioacchino Belli è nato nel 1791. Il boia di quella impiccagione non fu sicuramente il celeberrimo Mastro Titta (Giovanni Battista Bugatti), come scrive il Belli. Il Bugatti nacque infatti nel 1779. Er ricordo Er giorno che impiccorno Gammardella…

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La peracottara – Sonetto del Belli

Pubblichiamo “La peracottara“, un sonetto scritto dal Belli nel 1830 e contenuto in “De peppe er tosto“. Si tratta di una fantasticheria sboccatamente erotica su una peracottara, una venditrice di pere al forno descritta dal Belli come “pasciocca”, che significa all’incirca bella e formosa. Il sonetto contiene numerose espressioni dialettali, “mmommone” vuol dire “caso mai or ora”. “Ingrufalla” è termine osceno ben comprensibile dal contesto. La “pulenta” è invece la “gonorrea”. “Delarocca” è invece un medico del tempo…” Come sempre,…

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Roma – Giosuè Carducci

Da Odi Barbare (libro I) ROMA Roma, ne l’aer tuo lancio l’anima altera volante: accogli, o Roma, e avvolgi l’anima mia di luce. Non curïoso a te de le cose piccole io vengo: chi le farfalle cerca sotto l’arco di Tito? Che importa a me se l’irto spettral vinattier di Stradella mesce in Montecitorio celie allobroghe e ambagi? e se il lungi operoso tessitor di Biella s’impiglia, ragno attirante in vano, dentro le reti sue? Cingimi, o Roma, d’azzurro, di…

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Pascoli – Inno a Roma

gl’itali non mutato dal tempo di romolo il nome, ROMA, ti serbano: ROMA era ne’ secoli, ed è. IL NOME MISTERIOSO O — ma qual nome ora, de’ tuoi tre nomi, dirà l’Italia? Il nome arcano è tempo che si riveli, poi ch’è il tempo sacro. Risuoni il nome che nessun profano sapea qual fosse, e solo nei misteri segretamente s’inalzò tra gl’inni: mentre sull’ombra attonita una strana alba appariva, un miro sole, e i cavi cembali intorno si scotean…

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