Raffaello Sanzio, Scuola di Atene, Musei Vaticani.

Raffaello Sanzio, Scuola di Atene, Musei Vaticani.


La seconda opera all’interno della Stanza della segnatura di Raffaello è la celebre “Scuola di Atene”, del 1511 circa. Confrontandola con la Disputa del sacramento, possiamo notare subito un salto stilistico importante.

La scuola di Atene corrisponde a livello simbolico alla filosofia, con la quale tramite la ragione indaghiamo la verità. Raffaello decide infatti di mettere al centro della composizione i protagonisti indiscussi della filosofia antica, Platone ed Aristotele. I due filosofi stanno camminando verso di noi: Platone mentre tiene con una mano il Timeo e con l’altra alza un dito verso l’alto, facendo riferimento al “mondo delle idee”, mentre Aristotele col gesto della mano proteso in avanti racchiude il pensiero del “mondo tangibile”. Attorno a loro altri personaggi li ascoltano e li seguono con lo sguardo.

Raffaello Sanzio, Scuola di Atene (particolare), Platone e Aristotele, Musei Vaticani.

Raffaello Sanzio, Scuola di Atene (particolare), Platone e Aristotele, Musei Vaticani.


Anche se tutto l’affresco ci appare come estremamente naturale, in realtà Raffaello studia la composizione come un insieme di gruppi ben disposti sull’intera superficie; ma la novità assoluta è l’architettura in cui si svolge la scena principale.

In quel periodo a Roma lavorava l’architetto Bramante, il Papa Giulio II lo aveva incaricato per un nuovo progetto della fabbrica di San Pietro. Raffaello probabilmente vide questo progetto e i lavori dell’architetto lo ispirano per la scelta dell’edificio.

La profondità della scena è quindi legata alla prospettiva centrale in cui si inseriscono le figure e che si conclude con la fine del maestoso edificio rappresentato, fatto di volte a cassettoni interrotti da vedute di cielo, la luce che penetra dall’alto conferisce un senso di grande spazialità a tutta la scena. Ai lati delle pareti in primo piano, entro due nicchie vi sono a sinistra la statua di Apollo e a destra quella di Minerva, sempre in riferimento all’antico.

Molto si è discusso sui personaggi rappresentati, alcuni potrebbero avere le sembianze di contemporanei del Sanzio, come Michelangelo, forse l’uomo in primo piano con la barba scura che scrive appoggiato ad un muretto, mentre pensa con aria malinconica. Altri filosofi sono disposti lungo gli scalini, per citarne alcuni: in basso a sinistra Pitagora sta annotando su un grosso volume, mentre Telange gli regge una tavoletta. Diogene è sdraiato sulla scalinata. A destra in primo piano vi è Euclide circondato dai discepoli mentre misura col compasso una figura geometrica. Vi sono inoltre molte simbologie che riportano alle sette arti liberali.

La scuola di Atene è quindi un manifesto culturale a tutto tondo, in cui passato e presente si fondono insieme in un progetto politico e culturale voluto dal nuovo Papa Giulio II e trasmesso dai più grandi artisti del suo tempo. Raffaello con la sua grazia e con la sua modernità riesce appieno in questo compito, dovendosi confrontare con un altro artista che proprio nello stesso momento lavorava a pochi passi da lui alla Cappella Sistina, Michelangelo.