Il restauro in senso scientifico è un concetto relativamente giovane, nato in età moderna, che nel tempo si è arricchito di considerazioni anche filosofiche: pensiamo alla “Teoria del restauro” di Cesare Brandi scritta negli anni sessanta.

È possibile però delineare un concetto di restauro legato al comportamento degli antichi rispetto alle proprie opere arte.

Quante cose ci sono pervenute dal passato? Significa che gli uomini pensavano alla conservazione e a tramandare ai posteri ciò che ritenevano importante.

Ovviamente è grazie agli storici più importanti dell’antichità che abbiamo accurate descrizioni di come avveniva questa conservazione: Pausania, Plinio e Vitruvio ad esempio.

Il restauro in Grecia

In Grecia molti templi erano fatti in legno, questo comportava un successivo deterioramento del materiale che rendeva instabile l’edificio. Di conseguenza si è cercato di sostituire le colonne in legno con quelle in pietra, come è avvenuto per l’Heraion di Olimpia.

Heraion di Olimpia, Pianta.

Heraion di Olimpia, Pianta.

Altre fonti ci raccontano di come venivano conservate le statue all’interno dei templi. Molto nota è la statua crisoelefantina di Zeus, scolpita dal grande Fidia; veniva spolverata e pulita molto spesso per evitare che si rovinasse, e le parti in avorio di cui era formata, venivano irrorate con dell’olio per evitare che si essiccassero. Le statue in pietra venivano coperte con la ganosis, un composto di olio e cera punica. Per le statue in bronzo gli scultori utilizzavano il bitume, per renderle più resistenti al calore. Perfino per le pitture su cavalletto venivano utilizzate delle vernici apposite, anche se con scarsi risultati essendo la pittura più difficile da conservare.

C’era un’ attenzione particolare quindi per questi oggetti, spinta ovviamente anche dalla questione del culto, aspetto di primaria importanza per la cultura greca.

Il restauro a Roma

A Roma l’idea di restauro è spesso per fini di culto, ma non solo. Le operazioni artistiche sono molto legate al mondo greco, da cui i romani si ispirano fin da subito.

Molte opere greche verranno portate a Roma, e in Grecia i romani pensano a restaurare alcuni templi tra cui il Partenone, un edificio preso spesso d’assalto.

Gli interventi artistici e di restauro da parte dei romani sono spesso legati alla propaganda politica degli imperatori. Infatti i restauri sono volti a cancellare o cambiare quello che fu fatto dai precedenti uomini di potere. Oppure si restauravano monumenti pubblici per avere maggior consenso, come accadde per la curia del senato.

Nasce anche una sorta di legislazione in quel periodo, con l’editto del 376 si vietava il riutilizzo di marmi e materiali di edifici. Questo divieto venne ripreso in altri atti legislativi successivi, testimoniando una sempre maggiore attenzione verso l’originalità delle opere.

Fu un processo lento che dovette incontrarsi con l’importanza di dare un effettivo valore all’opera d’arte, di riconoscerla come tale. Per arrivare alla completezza di questo concetto ci vorranno ancora molti anni, ma è bello sapere che già in tempi antichi ci fosse un attenzione ed una cura per l’oggetto artistico.