Sonetto scritto il primo ottobre 1831 in cui Belli prende di mira il modo di arruolare le truppe dello Stato Pontificio per reprimere le insurrezioni del 1831.

— Sor Conte… — In grazia, chi?… — Vostr’accellenza

Che! nun m’ariffigura?… — Non m’inganno… —

— Taccagna. — Ah, sì: e di dove? — Da Fiorenza.
— 
Che siete stato a farvi? — Er contrabbanno. —

Buono! Ed or? — Servo er Papa. — In quale essenza? —

— De sordato. — E da quanto? — Eh, mmuffalanno. —

In qual’armi servite? — Culiscenza,

Reggimento Zamboni, ar zu’ commanno. —

Cioè? — Guardia-d’onor-de-pulizzia. —

— Corpo di Bacco a fè. — Ma cce se maggna. —

Dunque, siete contento. — Eh, ttiro via. —

Dove state? — A Marittimo-e-Ccampagna.
—
Ma ora? — Sto in promesso a casa mia. —

Ed abitate sempre… — A la Cuccagna. —

Addio, dunque, Taccagna. —

Vorrìa bascià la mano… — Oh! un militare!

Nol permetterò mai. — Come ve pare. —