Ripercorrere la vita di Gigi Proietti è come osservare un luogo conosciuto, ma guardandolo con altri occhi.

Un po’ ciò che accade quando si fa a piedi una strada che tante volte si è vista passandoci in auto: sembra di conoscere quei luoghi a menadito, ma poi, avvicinandosi a essi con uno sguardo diverso, ci si accorge di tanti particolari, magari anche preziosi, che ci erano sfuggiti.

Un personaggio, Gigi Proietti, di cui sembra di conoscere tutto, così familiare ai più, visti i suoi tanti anni trascorsi sui palcoscenici, negli studi televisivi, sui set cinematografici, negli studi di doppiaggio e anche in radio, così alla mano in ogni apparizione pubblica e così spontaneo e aperto in ogni occasione, eppure, nel contempo, un uomo riservato, che non ha dato modo di alimentare il mondo dei gossip e di utilizzare la sua vita privata per creare nebbia o fuoco attorno a sé.

Cosa di cui del resto non avrebbe neanche avuto bisogno, vista la sua bravura e la sua professionalità più che sufficienti per fargli ottenere la meritata fama che ha avuto e che lo fanno rientrare tra i maggiori esponenti della storia del teatro italiano.

Non ancora quindicenne è tra le comparse nel film Il nostro campione, girato dal regista Vittorio Duse, e apre la sua carriera cinematografica, qualche tempo dopo, con una piccola parte in Se permette parliamo di donne di Ettore Scola.

Il suo incontro con il teatro avviene quando frequenta, ma senza concluderla, la facoltà di giurisprudenza dopo il liceo classico, con la partecipazione alle attività del Centro Teatrale Universitario, con maestri quali Giancarlo Cobelli, con il quale debutta ne Il can-can degli italiani al Teatro Arlecchino di Roma, ora Teatro Flaiano, come compositore delle musiche su parole di Ennio Flaiano, per poi proseguire in spettacoli quali La caserma delle fate, gli Uccelli di Aristofane (come sostituto di Paolo Poli), Romolo il grande ecc.

Una carriera che lo vedrà studiare con grandi protagonisti quali Giancarlo Sbragia, Giulietta Masina, Arnoldo Foà e continuare sempre a coltivare la sua grande passione per la musica.

Importante anche il suo ruolo nel doppiaggio come voce italiana di grandi attori internazionali (da Robert de Niro a Richard Burton, da Marlon Brando a Dustin Hoffman, da Sylvester Stallone a Kevin Costner…) e anche in film di animazione.

Dal 1965 fa parte della Compagnia Sperimentale dello Stabile di Roma, con la quale mette in scena diversi spettacoli, tra i quali il Mercante di Venezia, e, nel 1966, entra nel gruppo del “Teatro del 101”, diretto da Antonio Calenda, avvicinandosi al teatro d’avanguardia e affrontando autori quali Genet, Vian, Brecht, Pinter, Beckett, Grass.

Sempre negli anni Sessanta è nel cinema con diversi film, quali Le piacevoli notti;La ragazza del bersagliere; La Matriarca; L’appuntamento; Una ragazza piuttosto complicata: Lo scatenato; Dorp-out.

È sui palcoscenici di molti teatri (in varie occasioni unendo le sue doti di attore a quelle di musicista e compositore) con spettacoli importanti come Direzione memorie; Riflessi di conoscenza; Le mammelle di Tiresia; Il desiderio preso per la coda (unico capolavoro teatrale di Picasso); Il tubo e il cubo; La Celestina, il grande successo Nella giungla delle città, e, con il Teatro Stabile dell’Aquila, in diversi spettacoli come protagonista, tra cui Il Dio Kurte Coriolano.

Sempre per quanto riguarda il cinema, il suo successo si rafforza a partire da L’urlo di Tinto Brass, girato nel 1968, di cui è protagonista e co-autore.

Inizia nel frattempo a lavorare anche a sceneggiati televisivi e commedie, come per esempio I grandi camaleonti; Il circolo Pickwich; Conoscete Don Chisciotte; Il viaggio di Astolfo.

Nel 1970 Garinei e Giovannini lo chiamano per sostituire in teatro Domenico Modugno in Alleluja brava gente, al fianco di Renato Rascel.

Sono questi gli anni in cui Proietti ascende al mondo dello spettacolo nazionale e poi internazionale, con interpretazioni rimarchevoli come in Brancaleone alle Crociate e Bubù di Montparnasse e diversi film di successo come Gli ordini sono ordini; Meo Patacca; Febbre da cavallo; La Tosca, La mortadella; Conviene far bene l’amore; Languidi baci, perfide carezze; Casotto; Un matrimonio... Molti i film di questo periodo con registi di spicco, quali Lattuada, Pupi Avati, Bolognini, anche internazionali quali Robert Altman.

A teatro continua collaborazioni importanti, come per esempio con Carmelo Bene, che dirige La cena delle beffe, mentre per la tv ha un suo personale show, Sabato sera dalle nove alle dieci, diretto da Gregoretti, che lo chiamerà anche per il film Le tigri di Mompracem.

Sempre per la tv, è di questo periodo anche lo show Fatti e fattacci, che vince la Rosa d’Oro al Festival di Montreux in Svizzera, e l’edizione televisiva de L’Edipo Re diretto e interpretato da Vittorio Gassman.

Dal 1976 Proietti si afferma come grandissimo “one man show”. Ecco infatti grandi successi come A me gli occhi, please, Come mi piace, Leggero leggero, che da questo periodo e per molti anni hanno caratterizzato il suo lavoro.

Da non dimenticare anche conduzioni radiofoniche di gran successo, come Gran Varietà.

È sempre negli anni Settanta (e precisamente nel 1978) che diventa direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma. Nasce anche il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per i giovani attori, da cui usciranno grandi interpreti e protagonisti delle scene teatrali e cinematografiche e che proseguirà la sua attività fino al 1993, ponendosi come alternativa all’Accademia Silvio D’Amico.

Gli anni Ottanta sono un altro momento di grande successo per Proietti, soprattutto televisivo, come conduttore (grande il suo successo a Fantastico 4 del 1983), con spettacoli come Io a modo mio e Di che vizio sei? e sceneggiati come Fregoli.

Continua anche la sua attività musicale, il suo lavoro sia sui palcoscenici (come attore e regista, tra l’altro anche con un debutto alla regia lirica nella Tosca, la direzione del Falstaff e le Nozze di Figaro, e con molti altri spettacoli di successo come Cyrano de Bergerac I sette re di Roma, sia sui set cinematografici. In questi anni si dedica tra l’altro al grande Petrolini, di cui molti lo considerano il degno erede, con lo spettacolo Caro Petrolini.

Molte le apparizioni in tv anche negli anni Novanta (per esempio Club ‘92, anche come regista per quel filone televisivo che stava prendendo in campo anche in Italia: le sitcom. Ecco così la regia per Villa Arzilla, e ovviamente molte soddisfazioni nel campo teatrale, sia come attore sia come regista, non mancando mai nel suo impegno anche in campo musicale, con la realizzazione di diversi dischi.

È nel 1995 che inizia a interpretare il ruolo di protagonista nella serie Il maresciallo Rocca, affiancato da Stefania Sandrelli, che otterrà un enorme successo. Partecipa inoltre al Trio Melody a Sanremo nel 1995 con Peppino di Capri e Stefano Palatresi.

Coltiva anche la sua passione per la poesia, componendo versi sulla scia di grandi autori quali Trilussa, Belli e Petrolini, pubblicati negli anni Novanta in una rubrica su “Il Messaggero”.

Grandi successi e riconoscimenti continuano negli anni Duemila (per esempio il Nastro d’argento ricevuto per Febbre da cavallo – La mandrakata, per la regia di Carlo Vanzina) con spettacoli teatrali, ruoli televisivi in fiction, come conduttore e anche come giudice di talent show (Preferisco il paradiso; Il signore della truffa; L’ultimo papa re; Una pallottola nel cuore; Cavalli di battaglia; La pista; Tale e quale show…) e cinematografici (Le barzellette; Tutti al mare; Ma tu di che segno sei?; Il premio, commedia diretta da Alessandro Gassman, e molti altri).

Sempre gli anni Duemila lo vedono direttore artistico del teatro “Silvano Toti” Globe Theatre di Roma, a Villa Borghese, copia del celebre teatro shakespeariano di Londra, nato da una sua idea, dove debutta con Omaggio a Shakespeare.

Lo ricordiamo anche, in questi anni, come testimonial in diverse pubblicità e autore dell’autobiografia Tutto sommato qualcosa mi ricordo, edita nel 2013, e, nel 2015, del libro >Decamerino. Novelle dietro le quinte.

Le ultime apparizioni prima della sua morte, avvenuta il 2 novembre 2020, proprio il giorno del suo ottantesimo compleanno, lo vedono nel ruolo di Mangiafuoco nel Pinocchio> di Matteo Garrone, in tv con la serata in onore di Matera capitale europea della cultura 2019 e in Ulisse: Il piacere della scoperta, condotto da Alberto Angela.

Di certo nessuno dimenticherà il suo collegamento a Propaganda Live nell’aprile dello scorso anno, durante il lockdown, e la sua partecipazione, in occasione del compleanno di Roma del 21 aprile, quando, durante un’intervista con Rainews 24, il grande attore e uomo che Gigi Proietti è stato e per sempre sarà, ha commentato il Natale di Roma in quarantena e dedicato alla città eterna un mirabile sonetto, confermando il suo grande amore per la città e per il mondo dell’arte.

Alessandra Buschi