L’anfiteatro Flavio (Anphitheatrum Flavium per gli antichi Romani, dal nome della dinastia dei Flavi a cui deve la sua costruzione), è uno degli esempi più rappresentativi dell’architettura della Roma imperiale e il più grande complesso anfitreale in muratura del mondo, dichiarato come tutto il centro storico di Roma patrimonio dell’umanità dall’Unesco dal 1980 e designato come una delle sette meraviglie del mondo moderno.
Conosciuto successivamente, dall’epoca medioevale, come Colosseo (forse per la presenza di un’imponente statua di bronzo alta trenta metri situata nelle vicinanze, il Colosso di Nerone, o forse solo perché con questo appellativo veniva chiamata ogni opera di grandi dimensioni), venne costruito per volere dell’imperatore Vespasiano (in onore del quale resta la delimitazione in tufo del basamento di una statua) in una valle fra le alture romane della Velia, il colle Oppio e il Celio, attraversata da un corso d’acqua che correva in direzione del Tevere.
I lavori del primo e secondo ordine iniziarono tra il 70-75 d.C. (probabilmente il 72 d.C.) sull’area occupata dal laghetto artificiale della Domus Aurea, residenza di Nerone, e i lavori vennero ultimati in pochi anni, attorno all’80-81 d.C., da suo figlio Tito, che secondo fonti lo inaugurò con ben cento giorni di festeggiamenti con combattimenti tra gladiatori, spettacoli di caccia, esecuzioni capitali e addirittura una battaglia navale.

Ecco un monumento che sarà più famoso di ogni altra opera umana”, dirà Marziale per questa opera che difatti diventerà fin da subito simbolo di Roma e per la cui costruzione, come riportato da fonti antiche, si spese tanto denaro da potervi costruire una città intera.
Per quanto riguarda il suo progetto, si parla dell’architetto Gaudentius, che si narra poi ucciso proprio fra le mura del Colosseo, o dell’architetto Rabirio, ma nulla è certo. Molto probabile è che i lavori vennero eseguiti dividendoli in quattro cantieri portati avanti in contemporanea. Ciò spiegherebbe i suoi tempi brevissimi di costruzione di soli otto-nove anni.
Un’impresa che ha visto la costruzione dell’imponente arena partendo da una grande opera di bonifica del terreno con canalizzazioni per il deflusso delle acque e solide fondamenta su una piattaforma di travertino, con diverse modifiche e rifiniture negli anni successivi, soprattutto ad opera di Domiziano, che secondo le fonti ne decorò l’attico con scudi dorati e costruì i sotterranei (completamente poi riempiti di terra nel 508), cosa che impedì da quel momento in poi di inondare l’arena per le battaglie navali che, seppur raramente rappresentate, avevano costituito uno spettacolo davvero grandioso e unico, tanto che ce ne sono arrivate diverse documentazioni da parte degli storici dell’epoca.
Ulteriori lavori (non ancora tutti di facile comprensione, viste le tante modifiche strutturali che si sono succedute nel tempo) furono eseguiti sotto Nerva, Traiano, Antonino Pio, Eliogabalo, Alessandro Severo, con ristrutturazioni dovute anche a incendi e terremoti, ma probabilmente il Colosseo venne davvero ultimato sotto Gordiano III.
Segue poi un lungo periodo di incuria, durante il quale viene adibito ad area di sepoltura, usato come abitazione, fortezza dalla famiglia dei Frangipane, quindi lasciato all’abbandono, saccheggiato dei suoi materiali più preziosi da parte dei papi per opere in San Pietro, per i loro grandiosi palazzi e di quelli per l’aristocrazia romana, quindi avviato addirittura a diventare una filanda sotto papa Sisto V, che però, fortunatamente, morì prima di dare inizio ai lavori, fino a quando, nel XVI secolo, Benedetto XIV ne vietò lo scempio, lo consacrò per onorare la memoria dei primi martiri cristiani sacrificati proprio nell’arena e vi fece costruire quindici tappe della via Crucis.
I primi restauri risalgono al 1800 ad opera di Raffaele Stern e di Luigi Maria Valadier, a cui seguirono altri lavori, sempre nel corso dell’Ottocento, diretti da Carlo Fea, Pietro Rosa, Gaspare Salvi e Luigi Canina e altri, per poi giungere a lavori di scavo delle strutture sotterranee, alterate dalle ricostruzioni, a partire dalla fine degli anni Trenta del secolo scorso.
Da considerare che tuttora alcune zone sotterranee rimangono ancora non scavate e non tutto il Colosseo è ancora venuto alla luce.
Costruito utilizzando materiali di eccellente qualità, tra blocchi di travertino, marmo, mattoni, pietra, calcestruzzo, tufo, legno e stucco, ha pianta ellittica e dimensioni doppie del classico teatro greco di forma semicircolare, con un perimetro di cinquecentoventisette metri.
A differenza del teatro greco, era stato pensato con uno sviluppo in altezza, chiuso da mura alleggerite da archi e costruito su un terreno piano, con gradinate (o cavee) per gli spettatori poggianti su strutture di sostegno.
Al piano terra si presentavano ottanta semicolonne con capitelli tuscanici; al primo piano ottanta semicolonne con capitelli ionici; al secondo piano ottanta semicolonne con capitelli corinzi; all’ultimo piano un ambulacro coperto costituito da un muro pieno con semicolonne a fusto piatto con capitelli corinzi, nelle cui arcate si trovavano scudi in bronzo dorato e statue di divinità o personaggi importanti.
All’ultimo piano vi era poi un sistema di mensole in travertino che reggevano funi, fissate a terra con un complesso sistema di argani e carrucole, manovrato da marinai esperti di vela, per dispiegare l’enorme telone (il velarium) utilizzato come copertura per riparare gli spettatori da pioggia e sole.
Quando ospitava spettacoli con belve feroci, veniva innalzata una rete metallica rinforzata a protezione degli spettatori e sulla parte più alta del Colosseo erano appostati arcieri pronti a intervenire in caso di pericolo.

Colosseo - I Roma
Si è calcolato che le ottanta file di tribune avessero una capienza tra i sessantamila e gli ottantamila spettatori (tra posti seduti e posti in piedi nella parte più alta) e per cinquecento anni è stato luogo deputato per combattimenti gladiatorii, rievocazioni di battaglie famose, lotte e cacce di animali, ma anche condanne a morte, eventi pubblici, tragedie greche e commedie teatrali, a cui tutti i cittadini potevano partecipare gratuitamente tramite ingressi numerati, ma secondo un preciso criterio gerarchico. Per facilitare l’uscita, erano state costruite ottanta gradinate di uscita, in una struttura molto simile a quella degli attuali stadi.
La parte più alta era destinata alla plebe, poi, scendendo, alle fasce via via più alte della popolazione, fino a un palco speciali in marmo per l’imperatore, le vestali e i consoli e un altro per il prefetto e altri dignitari. Il palco imperiale era collegato direttamente ai sotterranei e a un corridoio decorato, utilizzato per accedere al Colosseo senza essere visti.
Con l’asse maggiore di circa centottantotto metri e quello minore di circa centocinquantasei metri, alto originariamente cinquantadue metri (oggi quarantotto metri e mezzo), con un’arena delle dimensioni di ottantasei per cinquantaquattro metri, della superficie di tremilatrecentocinquantasette metri quadrati, il Colosseo è composto da quattro ordini sovrapposti e originariamente la parte esterna era rivestita nelle parti visibili in pietra tiburtina, mentre i gradini erano in marmo.
L’arena era cosparsa di sabbia (o rena; di qui il nome “arena”), sempre rinnovata, e al centro presentava tavole di legno che ricoprivano gli ipogei, da cui, tramite gallerie sotterranee e ingegnosi montacarichi, venivano fatti salire sull’arena gladiatori, bestie feroci e macchinari.
Nei sotterranei veniva inoltre riposto tutto il necessario per l’allestimento e le scenografie degli spettacoli e vi si trovavano vari locali, tra cui una camera dove venivano portati i combattenti morti o feriti per essere spogliati dalle armature (lo spoliarium). I cadaveri venivano fatti poi uscire da un’apposita porta, per poi essere caricati su carri e portati alla cremazione, mentre i feriti venivano curati sul posto in un apposito sanarium.
Gli ambienti sotterranei, completamente nascosti al pubblico, erano anche collegati con il Ludus Magnum, la caserma dei gladiatori, costituita da diverse abitazioni che si aprivano su una palestra ellittica per gli allenamenti, e probabilmente portavano addirittura fino alla basilica di San Clemente, dove i gladiatori, prima di combattere, potevano fare i loro riti propiziatori.
Molti, comunque, gli edifici di servizio annessi al Colosseo, costruiti all’era di Diomiziano proprio per garantire l’ottimo funzionamento dell’arena.
Originariamente, per contenere le battaglie navali (conosciute con il nome greco di naumachie, ma che i Romani chiamavano navalia proelia) e anche spettacoli di nuoto, doveva avere una pavimentazione diversa, tale da poter contenere una grande portata d’acqua, forse sfruttando le acque del precedente laghetto della Domus Aurea. Un mistero, quello di come le battaglie navali potessero svolgersi al Colosseo, che ha affascinato a lungo e portato a lunghi studi gli esperti.
Attrazione turistica tra le più visitate di Roma, il Colosseo è di fatto una vera e propria icona della capitale e simbolo con cui l’Italia viene spesso associata a livello internazionale, immortalato tra l’altro in molti film e opere d’arte.