Non potevano mancare delle foto di Castel Sant’Angelo, uno dei monumenti in assoluto più importanti della città.
Questo imponente monumento, che si trova lungo il Tevere non lontano da San Pietro, fu costruito dall’imperatore Adriano nel 125 ed aveva la funzione di mausoleo ed è rimasto integro nel tempo (è uno dei non tantissimi monumenti a non esser stato smembrato).
Dal 403 l’imperatore d’occidente Onorio incluse l’edificio all’interno delle mura aureliane facendo diventare Castel Sant’Angelo una struttura difensiva della città. Questo cambiamento funzionale permise di salvare la zona del Vaticano dal sacco del 410 dei visigoti di Alarico.
Il nome attuale del mausoleo ha un evidente richiamo alla religione cristiana. Secondo la tradizione Papa Gregorio I alla fine del 1500, facendo una processione a ridosso della mole adriana, venne colto dalla visione dell’arcangelo Michele. Questo avvenimento fu interpretato come un segno divino premonitore della fine della pestilenza che stava colpendo Roma.
Dell’avvenimento resta una visibile traccia nel monumento: la grande statua posta nella parte superiore del castello raffigura infatti l’arcangelo Michele. Dal 1300 il castello, divenendo sede papale, venne inscindibilmente legato ai pontefici.
Sono davvero numerosissimi gli eventi storici in cui questa struttura sarà coinvolta. Ad esempio durante il famoso sacco di Roma ad opera dei lanzichenecchi (le truppe di Carlo V), Papa Clemente VII si rifugiò dentro al castello per ben sette mesi.
Uno scambio di battute tra il Marchese del Grillo e Papa Pio VII nel film di Monicelli ci ricorda di un’altra importante funzione, la più temuta, del castello:

Sono infatti numerosi gli spazi adibiti a prigione all’interno del castello tra cui la tristemente celebre cella San Marocco (storpita dai romani in Sammalò), dietro al bastione San Marco in cui i condannati (giudicati nella “Sala della Giustizia”, all’interno del castello) venivano calati dall’ alto nello spazio angusto della cella in cui, per mancanza di spazio, erano costretti a rimaneri mezzi piegati, in una posizione scomodissima, non potendo nè stare in piedi, nè sdraiarsi.
All’esterno venivano spesso svolte le esecuzioni, anche in pubblico (vedi la Autobiografia di Mastro Titta, Il boia di Roma), ma non sono rari i casi di esecuzioni sommarie all’interno della struttura e delle carceri.
Il ponte di fronte al castello, ponte Sant’Angelo, deve il suo nome all’intervento di Papa Clemente IX nel 1667 che fece sistemare sul ponte dieci angeli di grandi dimensioni. Dall’ottocento in poi divenne prima utilizzato come caserma militare, e poi adibito a museo oggi visitabile da martedì a domenica (9.00 – 19.30); la biglietteria chiude alle 18.30.