Ci sono luoghi che fanno da apripista a iniziative e nuove espressioni d’arte.
È questo il caso del quartiere di San Lorenzo, situato tra la stazione Termini e Tiburtina, che prende il nome dalla vicina basilica eretta dall’imperatore Costantino nel IV secolo sulla tomba del martire Lorenzo, con opere di street art che ormai da molto tempo danno voce ai suoi abitanti e a chi lo frequenta.
Una lunga storia che nasce con i primi graffiti quando essi rappresentavano ancora un fenomeno non autorizzato e che vede poi il quartiere tra i primi a Roma ad essere interessati alla realizzazione di murales legali, di cui le tracce originarie sono ancora visibili sul muro del campo sportivo con opere realizzate nel 2010 da artisti quali Hogre, Honi, Lucamaleonte, Omino71, Agostino Iacurci, Hitnes, Uno, Hopnn.
Una collezione a cielo aperto in questo punto di riferimento per la street art di Roma che si è arricchita nel tempo con il contributo di artisti provenienti da tutto il mondo, alcune di grandi dimensioni, altre ancora che caratterizzano il quartiere con espressioni spontanee quali i tanti graffiti che si incontrano in ogni angolo di strada e quelli realizzati sulle saracinesche di molti esercizi commerciali.
Per quanto riguarda soprattutto le opere di grandi dimensioni, queste sono in molti casi riconducibili alla storia e all’identità del quartiere, come per esempio quelle che vogliono ricordare il bombardamento alleato che colpì San Lorenzo nel 1943, ad opera di artisti quali Giulio Vesprini e Nulo (visibile tra via degli Ausoni e via dei Sabelli, dal titolo Cerchio G38) o anche il trittico del collettivo Guerrilla Spam in via degli Equi, su uno dei palazzi danneggiati dalla guerra, così come il grande dittico di Lucamaleonte Patrimonio indigeno, tra via dei Reti e via dei Piceni, che racconta la lotta partigiana e antifascista di cui San Lorenzo è stato uno dei simboli della capitale.
Sempre dell’identità del quartiere, e nello specifico sullo spirito comunitario e sulla lotta per l’integrazione che da sempre ha interessato il tessuto sociale di San Lorenzo, si è occupato Luogo Comune, con il murales Nobody Excluded, così come Sten & Lex con un’opera realizzata con la tecnica dello stencil all’ingresso del centro culturale Nuovo Cinema Palazzo, sede di una delle tante realtà attive nel sociale e nella cultura presenti nel quartiere.
Altra opera di grande impatto, quella realizzata lungo via dei Sardi nel 2012 da Elisa Caracciolo in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, composta da centosette sagome bianche con una targhetta con nome e data di morte, in memoria delle vittime di quell’anno.
Tra i tanti murales che arricchiscono San Lorenzo, da menzionare anche Tutti in bici, ad opera di Simone Ferrarini, in collaborazione con il collettivo FX, che si trova in via dei Peligni; Kidz are the future, realizzato in via de Lollis in occasione del settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dagli storici graffitari del quartiere Napal, Brus, Brek e Ade; quello realizzato da Francesco Pirsichella, in arte Piskv, nell’ambito del progetto di riqualificazione e miglioramento dell’impianto di basket di San Lorenzo, alla cui realizzazione hanno partecipato anche i ragazzi del quartiere; fino alla recentissima opera di street art orizzontale Fantasia in piazza, nell’isola pedonale sulla piazza dell’Immacolata, di Leonardo Crudi, che ribadisce il desiderio di proporre una nuova idea di città, con strade e piazze come luoghi comuni e condivisi.
Moltissimi gli streets artists che hanno contribuito e contribuiscono al grande museo a cielo aperto di San Lorenzo, di cui sarebbe impossibile riportare tutti i nomi. Vogliamo comunque ricordare anche gli interventi realizzati a Scalo San Lorenzo da Borondo e Carlos Atoche, quelli dell’artista romano Diamond, del francese C215 e il murales ecologico dell’urban artist Matteo Brogi, realizzato in collaborazione con Emanuele Olives con pittura Airlite, un tipo di vernice progettata in Italia che depura l’aria attraverso l’energia solare.
Chi volesse addentrarsi in questa realtà artistica così intrisa di storia, ma anche manifestazione aperta e collaborativa del presente e augurio per il futuro, può anche affidarsi a un tour guidato e scoprire così anche i percorsi meno conosciuti in cui fiorisce la street art di Roma e degustare intanto ottime delizie street food.