Dipinti e sculture dal XV al XIX secolo, bassorilievi, mosaici antichi, opere di grandi maestri quali Raffaello, Caravaggio, Tiziano, Correggio, Rubens, Antonello da Messina, Giovanni Bellini, il Bernini, il Canova, Cranach il Vecchio, il Bronzino, Giorgione, il Perugino, il Parmigianino, Lorenzo Lotto, il Carracci, il Barocci, Rubens
Questo ciò che è conservato nelle venti sale del museo, circondato da un immenso parco, fuori porta Pinciana, ospitato dalla villa costruita nel XVII secolo dalla famiglia Borghese, il cui primo e importante nucleo risale alle proprietà del cardinale Scipione, nipote di Papa Paolo V, grande protettore del Bernini ed estimatore di Caravaggio, le cui acquisizioni rappresentavano una delle più grandi collezioni dell’epoca.
Luogo di cultura, voluto da Scipione Caffarelli-Borghese per poter esporre le migliori opere dell’arte antica e moderna, ma anche per coltivare la musica, come luogo di studio, per godere della natura (compresi piante e animali rari), per raccogliere campioni fossili e anche oggetti della moderna tecnologia di allora, Villa Borghese deve la sua architettura – che trae ispirazione da Villa Medici e dalla Villa della Fernesina – a Flaminio Ponzio, architetto di fiducia del papa e del cardinale, all’intervento successivo del Vasanzio e, per quanto riguarda i suoi giardini, a Carlo Rainaldi.
Costruita come casa di campagna della famiglia Borghese, è questo il luogo in cui il cardinale volle conservare la sua magnifica collezione, acquisita nel tempo anche abusando in modo spietato del suo potere (famoso il suo ordine di asportare clandestinamente la “Deposizione” del Raffaello dalla cappella Baglioni nella chiesa di San Francesco a Perugia), arricchita in seguito anche da altri membri della famiglia, fin quando la proprietà passò nell’Ottocento al cognato di Napoleone Bonaparte (molte opere, al tempo cedute, fanno infatti oggi parte del fondo Borghese del Louvre), per poi essere acquistata dal governo italiano.
Sale magistralmente affrescate, tutte da visitare, compresi i depositi, allestiti al terzo piano della villa, in cui sono custoditi oltre duecentossessanta dipinti della collezione (visitabili su prenotazione, ma purtroppo momentaneamente chiusi al pubblico), che ospitano regolarmente mostre tra le più importanti di autori del passato o contemporanei.
Uno dei luoghi più amati di Roma, oggi tra gli istituti museali dotati di autonomia speciale da parte del Ministero per i beni e le attività culturali, immerso nel verde (quello di Villa Borghese è il terzo parco per estensione della città, luogo privilegiato per stare in mezzo alla natura, fare passeggiate e pic-nic, oltre che per godere delle bellezze della Galleria Borghese e di altri musei minori), meta tra le preferite dai turisti per ammirare alcune tra le opere più conosciute al mondo, quali il “Ratto di Proserpina”, “Apollo e Dafne” e il “David” del Bernini; il famoso ritratto di “Paolina Bonaparte”, eseguito dal Canova, che ritrae la moglie di Camillo Borghese; la “Madonna dei Palafrenieri” e “Ragazzo con il canestro di frutta” di Caravaggio; “Amor Sacro e Amor Profano” di Tiziano; la “Dama con Liocorno” e la “Deposizione” di Raffaello Sanzio; “Danae” del Correggio e molte altre.
Un museo che è considerato un gioiello di Roma, completamente restaurato tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, visitabile con prenotazione obbligatoria in turni di visita di due ore ciascuno, attualmente per un massimo di centottanta persone, anche con visite guidate e per gruppi con guida propria.

Alessandra Buschi