Tutti sappiamo che la fondazione dell’Urbe si deve a Romolo e Remo ma, senza Rea Silvia loro madre, Roma non sarebbe nata. Dunque, chi era questa donna?

Figlia di Numintore, discendente di Enea e re di Alba Longa, fu costretta ancora giovanissima dal cattivissimo zio Amulio (che aveva spodestato il padre) a diventare vestale, una sacerdotessa che avrebbe dovuto consacrare la propria vita alla dea Vesta.

Rea Silvia sarebbe così rimasta vergine per almeno 30 anni e Amulio, che proprio questo voleva, avrebbe estinto per sempre la stirpe del fratello. Ma aveva fatto i conti senza l’oste e cioè il dio Marte che, invaghitosi della fanciulla, decise di possederla. Dalla violenza, seppure divina, nacquero i famosi gemelli, Romolo e Remo, decretando così la condanna a morte della giovane donna, colpevole di aver violato il voto di castità imposto alle vestali.

“Marte e Rea Silvia”, Rubens, 1616-1617

“Marte e Rea Silvia”, Rubens, 1616-1617

E qui la tradizione libera la fantasia! C’è chi sostiene che sia stata spedita in prigione oppure sepolta viva (come abitudine per le vestali “peccaminose”) o secondo altri, più ottimisti, risparmiata e salvata. Ambiguità che la ragazza porta già nel nome: Silvia deriva da Silvana, dea delle selve, mentre Rea è una titanide, madre di Zeus, ma la parola indica anche colei che è colpevole…insomma…eterno dualismo fra positivo e negativo!

La Lupa che allatta i gemelli

La Lupa che allatta i gemelli



E i gemelli nel frattempo nati che fine avevano fatto? Amulio ordinò chiaramente la loro uccisione, ma i suoi servi, mossi a pietà, adagiarono i due pargoli in una cesta, abbandonandola poi nel Tevere. Il fiume in piena condusse la cesta fino a Roma, in una grotta situata fra Palatino e Campidoglio, dove furono in seguito trovati dalla famosa Lupa che li salvò, allattandoli e accudendoli.

Non potendo certamente finire così la loro avventura, è qui che entra in scena il pastore Faustolo. Costui portò via i gemelli dalla Lupa e decise di tenerli con sè per farli allevare dalla moglie. I due fanciulli crebbero così sereni e in salute, fino a quando, diventati adulti, decisero di vendicare la madre, uccidendo il malvagio zio Amulio e rimettendo sul trono il nonno Numintore.

E Roma allora? Si racconta che i gemelli abbiano iniziato a litigare perché non riuscivano a decidere chi dei due dovesse diventare il re della nuova città che avrebbero fondato. Tra storie di avvoltoi ed auspici divini, si passa alle mani e Romolo ebbe la meglio! Il povero Remo, deridendo il fratello, aveva osato scavalcare il pomerio, il solco sacro, tracciato da Romolo per delimitare il confine della nuova città e costui, in preda all’ira, lo uccise. Fu così che nacque Roma, secondo la tradizione il 21 Aprile del 753 a.C., proprio sul Palatino, nel luogo in cui i gemelli crebbero…almeno questo secondo la tradizione!

Autore: L’Asino d’Oro Associazione Culturale