Canzone romanesca dolce e romantica, Nina si voi dormite è stata scritta da Romolo Leonardi, la musica da Amerigo Marino.
Si tratta di una serenata cantata da un’innamorato, come si capisce dallo stesso testo della canzone.
Le numerose reinterpretazioni, come accade per molte delle canzoni romane più famose, hanno fatto sì che essa venisse ascoltata da un vasto pubblico. Diffusione aiutata dal testo, comprensibile sin dal primo ascolto anche per i non romani.
La canzone ci dà modo di esplorare un’anima romantica della canzone romanesca, che fin qui non avevamo ancora incontrato. Oltre a ciò le parole dell’innamorato danno bene l’idea di un certa atmosfera che Roma sa tirare fuori in alcune sere calme. Atmosfera per molti versi simile a quella che si augura di trovare un altro celebre innamorato, quello di Roma nun fa la stupida stasera.
Questa la versione, molto dolce, di Gigi Proietti:

Un’interpretazione più potente, ne ha dato invece Claudio Villa:

Questa è invece una versione di Gabriella Ferri, solo chitarra e voce. La canzone è la quarta traccia del lato A del primo album della cantante dal titolo Gabriella Ferri pubblicato nel 1966. L’album venne successivamente ripubblicato in versione economica col titolo Roma mia bella

Testo di Nina si voi dormite

‘Nde ‘sta serata piena de dorcezza
pare che nun esisteno dolori.
Un venticello come ‘na carezza
smove le piante e fa’ bacià li fiori.
Nina, si voi dormite,
sognate che ve bacio,
ch’io v’addorcisco er sogno
cantanno adacio, adacio.
L’odore de li fiori che se confonne,
cor canto mio se sperde fra le fronne.

Chissà che ber sorriso appassionato,
state facenno mo’ ch’ariposate.
Chissà, luccica mia, che v’insognate?
Forse, che canta che v’ha innamorato.

Nina, si voi dormite,
sognate che ve bacio,
ch’io v’addorcisco er sogno
cantanno adacio, adacio.
L’odore de li fiori che se confonne,
cor canto mio se sperde fra le fronne.

Però, si co’ ‘sto canto, io v’ho svejato,
m’aricommanno che me perdonate.
L’amore nun se frena, o Nina, amate,
che a vole’ bene, no, nun è peccato.

Nina, si voi dormite,
sognate che ve bacio,
ch’io v’addorcisco er sogno
cantanno adacio, adacio.
L’odore de li fiori che se confonne,
cor canto mio se sperde fra le fronne.