Brano tratto da La città di Dio di Agostino, Libro XVIII.

2. 2. Nino fu il secondo re dell’Assiria e successe a suo padre Belo, primo sovrano di quell’impero, quando nella Caldea nacque Abramo 4. Vi era in quel tempo anche il regno assai piccolo di Sicione dal quale Marco Varrone, nell’opera La razza del popolo romano, come da un evo antico ha fatto derivare i Romani. Dai re di Sicione infatti la razza è giunta agli Ateniesi, da essi ai Latini e poi ai Romani 5. Ma prima della fondazione di Roma, nel confronto con l’impero di Assiria, questi sono fatti di poco rilievo, sebbene anche Sallustio, storico romano, ammette che in Grecia Atene si distinse, però più nella fama che nella realtà storica. Parlando di essa dice: Le conquiste civili di Atene, come io ritengo, furono rilevanti e illustri, ma meno importanti di come sono celebrate dalla fama. Ma poiché in essa fiorirono letterati di grande ingegno, in tutto il mondo la civiltà di Atene viene considerata fra le più grandi. Così il pregio di coloro che l’hanno realizzata è considerato eccellente in proporzione al modo con cui l’hanno potuto esaltare singolari capacità mentali 6. Si aggiudica a questa città la non piccola gloria anche da parte della letteratura e filosofia perché vi fiorirono in modo singolare queste attività. Per quanto riguarda l’impero, nell’evo antico non ve ne fu alcuno più grande di quello dell’Assiria né così esteso di territorio. Si dice che il re Nino, figlio di Belo, aveva assoggettato fino ai confini della Libia tutta l’Asia, che per numero è una delle tre parti del mondo, ma in estensione la metà 7. Verso Oriente soltanto sull’India non dominava, tuttavia alla morte di Nino la moglie Semiramide l’assoggettò con una guerra 8. Avvenne così che in quelle parti ogni popolo e re erano sottomessi all’impero e alla giurisdizione dell’Assiria e ne eseguivano ogni ordine. Abramo nacque in quell’impero nella Caldea al tempo di Nino. Però la storia della Grecia ci è molto più nota di quella dell’Assiria e quelli che hanno eseguito ricerche sulla razza del popolo romano nella sua prima origine hanno fatto derivare la cronologia dei fatti dai Greci ai Latini e poi ai Romani, che anche essi sono Latini. Devo dunque, quando è necessario, fare i nomi dei sovrani d’Assiria affinché sia evidente come Babilonia, quasi prima Roma, si evolva assieme alla città di Dio in esilio in questo mondo. Tuttavia soprattutto dalla Grecia e dal mondo latino in cui è Roma come una seconda Babilonia 9, devo scegliere i fatti che è opportuno inserire in questa opera per un confronto fra le due città, la terrena e la celeste.

Roma, quasi una Babilonia

Abbiamo pubblicato anche un altro brano di Agostino in cui si riferisce a Roma come “nuova Babilonia”, un brano relativo alla fondazione di Roma.

Riportiamo un terzo breve passo della Città Dio che crediamo significativo per comprendere il modo in cui Sant’Agostino vede la città di Roma. In questo brano egli nuovamente avvicina Roma e Babilonia:

“Il figlio Nino, successo nell’impero alla morte del padre, regnò cinquantadue anni e regnava da quarantatré quando nacque Abramo circa mille e duecento anni prima della fondazione di Roma, quasi altra Babilonia in Occidente.”
(Agostino – La città di Dio, XVI, 17)

Babilonia (Confusione) viene interpretata dal santo in modo coerente con la sua derivazione etimologica. Essa è infatti, secondo la Bibbia, la città in cui gli uomini con arroganza aspirarono a raggiungere il cielo, la città dello sfarzo, degli uomini senza Dio, e della famosa torre di Babele.

Dio punisce gli uomini (con l’eccezione della discendenza di Noè, da cui nascerà Abramo) mescolando i loro linguaggi. E’ dunque questo il modo con cui Sant’Agostino spiega la molteplicità delle lingue nate dall’unica lingua che fu di Adamo e della sua discendenza (sia quella della città della terra nata da Caino, che quella della città di Dio nata da Abele e da Seth dopo la sua morte) fino appunto all’episodio di Babilonia.

E Roma è, come si legge nella citazione, quasi un’altra Babilonia. La visione di Agostino della città è quindi critica, nonostante l’importanza che essa indubbiamente ha nella storia e nel presente della religione cattolica.

Il rapporto con la religione segna fortemente la vita, anche odierna, della nostra città. Per quanto della visione di Sant’Agostino ci interessi il giusto, ci è sembrato interessante notare come tale rapporto sia in realtà molto variegato anche all’interno della riflessione religiosa.