BRUTO, CASSIO, SENATORI, che si vanno collocando ai lor luoghi
- CASSIO
- Scarsa esser vuol questa adunanza, parmi;
- minor dell’altra assai…
- BRUTO
- Pur che minore
- non sia il cor di chi resta; a noi ciò basta.
- CASSIO
- Odi tu, Bruto, la inquieta plebe,
- come giá di sue grida assorda l’aure?
- BRUTO
- Varian sue grida ad ogni nuovo evento:
- lasciala; anch’essa in questo dí giovarne
- forse potrá.
- CASSIO
- Mai non ti vidi io tanto
- securo, e in calma.
- BRUTO
- Arde il periglio.
- CASSIO
- Oh Bruto!…
- Bruto, a te solo io cedo.
- BRUTO
- Il gran Pompeo,
- che marmoreo qui spira, e ai pochi nostri
- par ch’or presieda, omai securo fammi,
- quanto il vicin periglio.
- CASSIO
- Ecco, appressarsi
- del tiranno i littori.
- BRUTO
- E Casca, e Cimbro?…
- CASSIO
- Feri scelto hanno il primo loco, a forza:
- sieguon dappresso Cesare.
- BRUTO
- Pensasti
- ad impedir che l’empio Antonio?…
- CASSIO
- A bada
- fuor del senato il tratterranno a lungo
- Fulvio e Macrin; s’anco impedirlo è d’uopo,
- con la forza il faranno.
- BRUTO
- Or, ben sta il tutto.
- Pigliam ciascuno il loco nostro. – Addio,
- Cassio. Noi qui ci disgiungiam pur schiavi;
- liberi, spero, abbraccieremci in breve,
- ovver morenti. – Udrai da pria gli estremi
- sforzi di un figlio; ma vedrai tu poscia
- di un cittadin gli ultimi sforzi.
- CASSIO
- Oh Bruto!
- Ogni acciar pende dal solo tuo cenno.
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